PP. Darci i.m.c., Celso o.m.i. y Jonathan o.s.b.
El P. Celso Corbioli es un Oblato de
Verona (Italia) que durante varios años desarrolló una gran labora misionera en
Fujimentó, a la sombra de la “Ciudadela”
de Fontem (Camerún) erigida por el Movimiento de los Focolares. El P.
Celso recibe nuevo destino y se halla actualmente, con dos Oblatos más, en
Guinea Bisau, un pequeño país africano de millón y medio de habitantes. De vez en
cuando envía un mensaje a sus amigos (entre los cuales me cuenta). He recibido
el último, del que entresaco y traduzco unos párrafos. (Quien quiera leer todo,
en el original italiano, vea más abajo).
A finales de octubre tuvimos la
alegría de acoger, por unos días a dos sacerdotes amigos: al P. Jonathan, monje benedictino de
Inglaterra y al P. Darci, misionero
de la Consolata, de Portugal. Misionero de la Consolata, del Portugal (ver
foto).
Nuestra parroquia abarca una parte de la ciudad y otra de la
periferia. Este año se han inscrito para recibir el Bautismo 2.600 adolescentes y jóvenes en su mayoría. Los
catequistas son 175. Aún no tenemos
iglesia. Los domingos nos servimos de un salón, pero mucha tiene que quedarse
fuera. La iglesia parroquial, gracias a las aportaciones de bienhechores, está
en construcción. Les damos las gracias y seguimos contando con vuestra generosidad.
Al final
del mensaje narra una tocante experiencia de una mamá musulmana que, de la mano
de otra mamá cristiana, se acercó a la parroquia:
Una tarde, después de Misa, vieron al
despacho parroquial dos señoras. A una la conocía bien, pues frecuenta la
iglesia y es miembro activo de la parroquia. A la otra señora, Cadi, musulmana,
amiga suya, nunca la había visto. Traía un niño de 4 meses en brazos. Enseguida
me contó la historia: estaba en la ciudad cuando una muchacha le dijo que si
podía tenerle el niño. Apenas lo cogió, la chica desapareció. Cadi no sabía qué
hacer, pues el recién nacido tenía sólo unos días. Lo llevó al hospital y un
médico se hizo cargo de él y le dio dinero para que comprase leche y un biberón.
Después de unos días lo llevó a su casa, pues nadie daba señales de vida. Ya
tiene cuatro hijos y éste sería el quinto. Pensó darle el nombre de Mussa
(Moisés) porque se había salvado milagrosamente.
Me
decía que no pensaba abandonar a este niño, aunque no sepa de dónde viene. “Es
Dios quien me lo ha dado”, decía,
lo trataré como si fuera mío”. Me pedía a ver si tenía leche para niños. Hoy he
ido a comprar leche para niños de pocos meses.
Creo que Cadi, aunque no sepa nada del
Jubileo, está poniendo en práctica la misericordia.
Si alguien
quiere contactar con este misionero, he aquí su dirección:
P. Celso Corbioli, omi / Paróquia de Antula / C.P. 20 Bissau / Guinea Bissau
e-mail: celsocorbioli@omimissio.net
tel. (00245) 96 661 59 27
e-mail: celsocorbioli@omimissio.net
tel. (00245) 96 661 59 27
TEXTO
ORIGINAL
Carissimi amici,
l’estate scorsa ho
avuto la possibilità di trascorrere due mesi e mezzo in Italia. Ho passato gran
parte del tempo nel mio paese, Velo Veronese, ma ho avuto modo di incontrare
amici e confratelli anche a in altre parti d’Italia.
Da più di tre mesi mi
ritrovo in Guinea Bissau, nella parrocchia San Francesco di Antula, un
quartiere della capitale Bissau. Sono insieme ad altri miei confratelli: p. Giancarlo,
p. Roberto e p. Georges. Vi mando anche i loro saluti.
Verso la fine dello
scorso ottobre abbiamo avuto a gioia di accogliere tra noi per alcuni giorni
due sacerdoti nostri amici, p. Jonathan, monaco Benedettino dell’Inghilterra, e
P. Darci, missionario della Consolata, del Portogallo. Abbiamo passato insieme
dei giorni molto belli, di fraternità e comunione.
La nostra parrocchia
comprende una parte di città e un’altra di periferia. Quest’anno quelli che si
sono iscritti per la preparazione al Battesimo sono 2.600, per la più parte
adolescenti e giovani, divisi in 7 anni. Tanto è lungo infatti il periodo di
catecumenato. I catechisti sono 175. Se da una parte è bello vedere tanta
gioventù desiderosa di far parte della famiglia cristiana, altrettanto
importante è la fedeltà e la coerenza che ne devono conseguire. Abbiamo appena
iniziato l’Anno Santo della Misericordia. Anche qui nella nostra diocesi è
stata celebrata una Messa di apertura ed è stata aperta la porta santa. Vogliamo che anche nella nostra
parrocchia questo sia un momento di rinnovamento e che ci sia una nuova presa
di coscienza della vocazione cristiana.
Per i nostri
parrocchiani non abbiamo ancora una chiesa; la domenica usiamo un salone, ma
molta gente resta fuori. La chiesa comunque è in costruzione. Possiamo dire
anzi che siamo a buon punto; manca ancora il tetto, oltre al pavimento e alle
altre rifiniture, ma i muri ci sono. Tanti hanno contribuito a quest’opera.
Ringrazio di cuore, a nome di tutti. Confidiamo ancora nella vostra generosità.
La Guinea Bissau è un
piccolo paese dell’Africa occidentale, con circa un milione e mezzo di
abitanti. E’ un paese povero, ma se a questo si aggiungono anche i fattori
climatici e gli scompensi dell’ecosistema, la situazione diventa ancora più problematica.
Quest’anno infatti in molte risaie è penetrata l’acqua del mare (causa
l’innalzamento dei mari?) rovinando le piante e quindi compromettendo
seriamente il raccolto. Da tener presente che il riso è l’alimento principale
in questo paese.
Essendo comunque
piccolo come paese, non dovrebbe essere difficile da governare. Invece ci
troviamo in una continua instabilità. Due anni fa, dopo un susseguirsi di colpi
di stato, si era finalmente arrivati all’elezione del Presidente, dei deputati
al Parlamento, alla nomina del Primo Ministro e alla formazione del Governo.
Tutto cominciava ad andar bene: i funzionari statali erano pagati, alcune
imprese si erano messe a lavorare ...., ma questo non è durato nemmeno un anno,
perché ci siamo ritrovati in poco tempo senza Governo. In questo momento si sta
vedendo come formarne uno nuovo. Speriamo davvero che si prenda coscienza dell’importanza
di occuparsi del bene comune; questo naturalmente vale per tutti, ma ma in particolare per quelli che hanno
l’autorità.
La Chiesa ha un ruolo
importante da svolgere in questo contesto, che consiste inanzitutto nella
formazione delle coscienze. I cristiani sono chiamati ad essere “sale e luce del mondo” come aveva detto
Gesù agli apostoli (Mt. 5,13.14).
Ogni battezzato è missionario,
ci ricordava Papa Francesco in un’udienza generale dello scorso anno; diceva: “In virtù del Battesimo noi diventiamo
discepoli missionari, chiamati a portare il Vangelo nel mondo. Tutti siamo
missionari, ciascuno nel posto che il Signore ci ha assegnato”.
Alcuni amici mi hanno
chiesto un’esperienza sopra la misericordia. Ho pensato di scrivere quanto
inviato al settimanale diocesano “Verona Fedele”:
Una sera, dopo la Messa, due
signore vennero nell’ufficio parrocchiale. Una la conoscevo bene, perché
frequenta la chiesa ed è membro attivo della nostra parrocchia. L’altra
signora, mussulmana, sua amica, mi disse di chiamarsi Cadi. Non l’avevo mai
vista. Aveva um bambino in braccio, di 4 mesi.
Mi raccontò subito la storia: si
trovava in città quando una ragazza le chiese se poteva tenerle il bambino.
Appena lo prese nelle sue braccia, la ragazza scomparve. Cadi non sapeva che
fare, dal momento che il bambino aveva pochi giorni. Lo portò all’ospedale, e
subito un medico si prese cura di lui. Non solo, ma le diede anche dei soldi
per comperare un biberon e del latte. Dopo pochi giorni Cadi portò il bambino a
casa sua, dal momento che nessun si faceva vivo. Ha già quattro figli, e questo
sarebbe il quinto. Ha pensato di dargli il nome di Mussa (Mosè) perché salvato
miracolosamente.
Mi diceva che non poteva
abbandonare questo bambino, anche se non sa da dove viene. “E’ Dio che me lo ha
dato”, diceva, “lo tratterò come fosse mio”. Mi chiedeva se avessi del latte
per bambini. Oggi sono andato a comprare del latte adatto ai bambini di pochi
mesi.
Credo proprio che Cadi, anche se
probabilmente non sa del Giubileo, stia mettendo in pratica la
misericordia.
Termino qui per ora
con un augurio a tutti di felice anno 2016.
Che le nostre
parrocchie siano testimoni visibili della misericordia di Dio e annuncino
Cristo al mondo.
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